“La pace sia con tutti voi.”
Con queste parole, ripetute con intensità e semplicità, Papa Leone XIV ha esordito affacciandosi dalla Loggia delle Benedizioni, l’8 maggio 2025, pochi minuti dopo la sua elezione al soglio pontificio.
Robert Francis Prevost, agostiniano, missionario in Perù, primo Pontefice statunitense della storia, ha scelto di parlare al mondo con il linguaggio della pace, della prossimità e del cammino condiviso. Nessuna retorica, nessuna esibizione. Solo la ferma volontà di indicare una direzione: quella del dialogo, della responsabilità collettiva, del servizio agli altri.
Un linguaggio che, pur nel suo contesto religioso, tocca profondamente anche chi – come UILposte – ha scelto da sempre di operare per la costruzione di una società più giusta, più equa, più umana.
Il sindacato come ponte, non come trincea
Nel suo primo messaggio, Leone XIV ha invitato tutti a “costruire ponti”, usando parole che sembrano tratte da una piattaforma valoriale condivisa: ascolto, rispetto, comunità. Un’impostazione che coincide pienamente con ciò che UILposte promuove ogni giorno negli uffici postali, nei centri logistici, nei tavoli di contrattazione, nelle sedi territoriali: una presenza costante, mai distante, sempre più vicina alle persone che rappresenta.
Come il Papa intende “camminare accanto al popolo”, così il nostro compito sindacale è camminare accanto ai lavoratori, senza protagonismi, senza bandiere issate per sé stesse, ma con coerenza, con servizio e con voce ferma quando i diritti vengono calpestati.
Una coincidenza non casuale: il nome Leone XIV
Il nuovo Papa ha scelto un nome carico di significato: Leone, come Leone XIII, autore nel 1891 dell’enciclica Rerum Novarum, documento che ancora oggi rappresenta la radice moderna della dottrina sociale della Chiesa. In quelle pagine si parlava – per la prima volta – di sfruttamento, di salari giusti, di dignità del lavoro, di libertà sindacale.
È difficile non vedere in questo richiamo un ponte ideale verso tutti coloro che ancora oggi si battono perché il lavoro non venga considerato una merce, ma un atto umano e sociale, come affermiamo da sempre in UILposte.
Per un nuovo impegno: etico, concreto, quotidiano
L’elezione di Leone XIV avviene in un tempo complesso, segnato da instabilità geopolitica, precarietà economica e disuguaglianze crescenti. Il suo appello alla pace, al dialogo, alla costruzione del bene comune risuona come un invito che va oltre i confini del Vaticano: raggiunge le famiglie, le piazze, i luoghi di lavoro. Interroga anche noi, sindacalisti, cittadini, lavoratori, su come vogliamo vivere questo tempo.
Noi in UILposte raccogliamo questo appello con rispetto e consapevolezza. Non per trasformarlo in slogan, ma per farne motivo di riflessione e rilancio. Perché il lavoro – proprio come la fede – ha bisogno di mani che costruiscono, di voci che proteggono, di cuori che ascoltano.
In questo nuovo cammino della Chiesa, vediamo anche un incoraggiamento silenzioso alla nostra missione. Una coincidenza di sguardi, che parla di dignità, pace e giustizia sociale.
Benvenuto, Papa Leone XIV. In un mondo che cerca riferimenti solidi, la tua voce si unisce a quella di chi, ogni giorno, si impegna per migliorare le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone. Anche noi, in UILposte, raccogliamo questo messaggio come stimolo e responsabilità: con umiltà, determinazione e spirito di servizio continueremo a fare la nostra parte, al fianco dei lavoratori, con lo sguardo rivolto al futuro.