No della UILposte a ulteriore  privatizzazione di Poste Italiane

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Governo presente alla sede centrale di Poste Italiane con il Ministro Piantedosi ma il Sindacato chiede chiarezza sulle voci di privatizzazione.

Il Segretario Generale UILposte: “No a ulteriore cessione di quote azionarie al Mercato, rischi per la cittadinanza e per i lavoratori”

Venerdì il Ministro dell’Interno Piantedosi ha partecipato al Security Day di Poste Italiane. Interessante il confronto  tra il Ministro e i vertici aziendali presso la sede centrale di Poste in Viale Europa a Roma, dove hanno partecipato anche 200 dipendenti colpiti da eventi criminosi. Dal dibattito è emerso quanto Il ruolo di Poste Italiane sia strategico anche per la sicurezza del Paese, attraverso soprattutto la tutela degli anziani e dei soggetti più deboli di fronte alle frodi informatiche e nell’utilizzo dei servizi web. Fondamentale poi il ruolo del nuovo progetto Polis anche per la sicurezza del Paese, ha specificato Piantedosi, perché in questo modo si sgravano gli uffici di Polizia dai compiti amministrativi (emissione certificati) che adesso saranno svolti invece dagli Uffici Postali.
Ma anche in questa occasione il sindacato chiede chiarezza sull’assetto della più grande azienda del Paese. A parlare è il Segretario Generale UILposte Claudio Solfaroli Camillocci: “autorevoli quotidiani, come il Sole 24 ore, hanno riportato rumors di ulteriore privatizzazione, attraverso la cessione del 30% delle azioni di Poste attualmente in quota MEF. Sono solo opinioni dei giornali o il Governo intende fare cassa con l’ennesima privatizzazione? Serve chiarezza sulla maggioranza pubblica della più grande azienda italiana”.
“I servizi sostenuti da risorse pubbliche e a sostegno della cittadinanza come il progetto Polis di Poste Italiane sono possibili soprattutto grazie alla maggioranza pubblica di questa azienda, una delle più grandi Società di Stato. Cedere ulteriori quote al Mercato significa perdere ancora una volta il controllo su una delle maggiori infrastrutture del Paese, qual è quella postale. Ci risulta che non fossero questi i piani del Governo: il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha sempre rivendicato la maggioranza pubblica delle grandi aziende di Stato come Poste Italiane e per questo chiediamo immediata chiarezza” aggiunge Solfaroli Camillocci.


“La UILposte è contraria a qualunque ulteriore cessione di quote azionarie sul Mercato, in quanto sarebbe un’operazione di mera cassa, contraria ai principi di socialità e ruolo pubblico nazionale che il Governo attuale ha sempre annunciato nei suoi programmi elettorali e che adesso vogliamo vedere alla prova dei fatti, per il bene dei cittadini italiani e dei lavoratori. Sulle privatizzazioni selvagge, infatti, la Storia recente ha già decretato i pessimi risultati, come emerso anche dagli Stati Generali del lavoro pubblico UIL tenutesi a Salerno questo fine settimana: tagli alla forza lavoro, dumping contrattuale con utilizzo di appalti ai limiti della legalità, precariato, peggioramento dei servizi alla cittadinanza e delle condizioni dei lavoratori. Questi elementi assumono contorni ancora più preoccupanti alla vigilia dell’ennesimo processo di riorganizzazione del settore del recapito e della logistica postale, i cui contorni sono ad oggi ambigui ma su questo tema si faranno i conti con la concorrenza dei grandi colossi internazionali, come Amazon. Fondamentale quindi che il Governo definisca il ruolo delle aziende di Stato in questo contesto ” avverte Solfaroli Camillocci.

“Il 30 aprile 2026 scadrá la concessione  a Poste Italiane  di fornitore del Servizio Universale, atto a garantire a tutti i cittadini la possibilità di fruire dei servizi postali: è uno spartiacque importante, sul quale ci aspettiamo chiarezza e preparazione, non rumors preoccupanti” conclude il Segretario Generale UILposte.

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